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Solmi, Sèrgio.

Poeta, saggista e critico italiano. Compiuti gli studi liceali a Torino, nel 1923, conseguita la laurea in Giurisprudenza presso l'ateneo torinese, si impiegò nell'ufficio legale della Banca Commerciale Italiana a Milano; tuttavia, ciò non gli impedì di coltivare l'innata passione per la letteratura: già nel 1922 infatti era stato fra i fondatori, con G. Debenedetti e M. Gromo, della rivista “Primo tempo” e quindi collaboratore di vari importanti periodici letterari, quali il “Baretti” di P. Gobetti, “Solaria” e “Primato”. Entrato in contatto con altri giovani intellettuali avversi al regime fascista, fra cui E. Vittorini e N. Chiaromonte, durante il secondo conflitto mondiale aderì al Partito d'Azione, prese parte attiva alla Resistenza e conobbe per questo il carcere di San Vittore: da tale esperienza nacque Aprile a San Vittore, pagina fra le più alte della poesia partigiana. Dotato di un intuito penetrante e di una esemplare lucidità di giudizio, S. si distinse soprattutto come critico letterario e saggista, conducendo indagini sempre razionali ed equilibrate; della sua ricca produzione critica fondamentali risultano soprattutto i suoi contributi di letteratura francese - da Il pensiero di Alain (1930) a La salute di Montaigne e altri scritti di letteratura francese (1942) a Saggio su Rimbaud (1974) - e di letteratura italiana: oltre agli interventi su G. Leopardi (Studi e nuovi studi leopardiani, 1975), poeta del quale S. curò l'edizione di un'ampia scelta delle Opere (1956), particolarmente incisivi appaiono i suoi scritti di letteratura contemporanea, poi raccolti in Scrittori negli anni (1963, insignito del premio Viareggio). La sua esigua produzione poetica (Fine di stagione, 1933; Poesie, 1950; Levania e altre poesie, 1959; Dal balcone, 1968, raccolte confluite in Poesie complete, 1974) presenta, anche se interrotta da lunghi periodi di silenzio, motivi analoghi, ma continuamente arricchiti nel contenuto e perfezionati nello stile. Come lirico seppe trarre profitto dalla lezione della “Ronda” e dell'Ermetismo, trasformando il tono crepuscolare dei primi versi in una visione amara e asciutta della realtà, espressa con una chiarezza di linguaggio talvolta addirittura agghiacciante; sul suo crescente pessimismo influì non poco la dolorosa esperienza della guerra, così che le sue immagini poetiche si convertirono sempre più in simboli desolati del reale. Se nei suoi versi predomina il senso dell'irrimediabilità degli eventi, non manca un accenno alla speranza: ma si tratta di una speranza astratta, proiettata tutta nel futuro. Lo “sconfinamento nel cosmo”, interrogativo centrale della sua ricerca poetica, è pure alla base dell'interesse di S. per la letteratura fantascientifica, alla quale dedicò non poca attenzione, curandone, insieme con C. Fruttero, un'antologia (Le meraviglie del possibile, 1959). Di grande finezza e sensibilità sono le sue traduzioni da poeti stranieri (Versioni poetiche da contemporanei, 1963; Quaderno di traduzioni, 1969; Quaderni di traduzioni II, 1977); da menzionare infine è il volume di prose morali e poetiche Meditazioni sullo scorpione (1972). Nel 1983, poco dopo la sua scomparsa, è stata avviata l'edizione completa delle Opere di Sergio Solmi (Rieti 1899 - Milano 1982).